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L’esperienza di job-shadowing che ho svolto dal 31 marzo al 5 aprile presso l’Istituto Alberghiero di Arucas, a Las Palmas, nelle Isole Canarie mi ha permesso di partecipare a visite culturali e ai luoghi di produzione della filiera alimentare (mercato della Vegueta, piantagione di canna da zucchero e di caffè), a degustazioni di tequila e mezcal. In sala a scuola abbiamo approfondito il servizio-rito del te nei paesi arabi, il servizio del sidro di manzana (tipico delle canarie) con una tecnica specifica di ossigenazione. Insieme agli alunni del Majorana ho preparato prodotti home made per la miscelazione e ho tenuto una lezione in spagnolo sulla preparazione degli spritz.
La visita della fabbrica di Ron, preceduta dalla visita nella piantagione di canna da zucchero, ci ha aperto un intero mondo sui distillati, partendo appunto da un’altra tipicità locale “il ron miel” delicato e di gradazione alcolica non elevatissima il quale viene prodotto solo con canna da zucchero o melassa prodotti sull’isola.
La piantagione di caffè, conferma il senso di appartenenza delle produzioni di ogni tipicità locale, difatti, le produzioni in questione non vengono esportate, essendo materie prime non subordinate ad agricoltura intensiva e puntando quindi su stagionalità e rispetto dell’ambiente. A differenza della tradizione italiana, il caffè prodotto in loco viene servito senza zucchero, essendo dolce di suo, grazie alla lavorazione naturale e una torrefazione controllata, tende a perdere anche la sua caratteristica eccitante, venendo consigliato dalle donne anziane come un ottimo rilassante prima di dormire.
Non tipico delle Canarie ma legato alle usanze, ho scoperto essere il Mezcal e il Tequila, due distillati che differiscono principalmente nella zona di produzione: sono entrambi distillati dell’agave ma il secondo acquisisce tale denominazione solo se prodotto dall’ agave Azul nella regione di Jalisco, il concetto è stato chiarito ampiamente durante una degustazione alla quale ho partecipato con colleghi Italiani, Canari e Belgi.
Presso la scuola di Arucas abbiamo ampliato il bagaglio culturale e professionale attraverso veri e propri rituali come il servizio del te e il servizio del sidro di manzana, quest’ultimo è di primaria importanza nel folclore locale, in quanto grazie ad una tecnica specifica ed attrezzature adeguate, permette ai migliori di accedere ad un campionato nazionale, annuale che decreta il miglior mescitore dell’isola, titolo ambito per gli autoctoni, i quali sono, in molti casi, produttori diretti. Il nostro mentore, prof. Josè oltre ad aver vinto le precedenti due edizioni di concorso come “miglior sidro canario” è anche un produttore, questo ci ha permesso di accedere a quel know how che diversamente sarebbe stato complicato recepire.
Ho fatto tesoro dell’esperienza e, complice l’entusiasmo, al mio ritorno ho integrato con successo le lezioni di sala con le nuove nozioni acquisite: ho messo in pratica con gli alunni quanto appreso ad Arucas integrando le preparazioni con pareri e opinioni personali circa le differenti percezioni derivanti da tradizioni differenti. Durante le attività laboratoriali gli alunni hanno avuto la possibilità di cimentarsi, confrontando le differenti tipologie di servizio e attraverso compiti di realtà, accogliendo positivamente le differenze, senza rinunciare all’aspetto sociale determinante per la disciplina di cui mi occupo.
E’ stata la mia prima esperienza Erasmus, sono entusiasta, penso che sia estremamente utile e formativa per una crescita personale, professionale, culturale. In questi contesti si può sperimentare a fondo l’appartenenza alla Comunità Europea, confrontandosi con colleghi che hanno background e culture molto differenti. Abbiamo condiviso diverse attività con docenti di altre nazioni presenti a scuola ampliando il confronto su ambiente, cultura, folklore, relazioni sociali: per un docente tecnico di sala la socializzazione, i rituali e le tecniche per far sentire le persone accolte e a proprio agio, sono il cuore della professione e questa esperienza è stata totalmente soddisfacente, immersiva ed appagante. E’ stato più facile trasmettere al mio ritorno a scuola agli alunni anche questo senso di appartenenza all’Europa grazie all’entusiasmo per l’esperienza fatta.
Prof. Donato Albano

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