E’ il 1938 ed Enrico Fermi dice di lui: “Al mondo ci sono varie categorie di scienziati; gente di secondo e terzo rango, che fan del loro meglio ma non vanno molto lontano. C’è anche gente di primo rango, che arriva a scoperte di grande importanza, fondamentali per lo sviluppo della scienza. Ma poi ci sono i geni, come Galilei e Newton. Ebbene, Ettore Majorana era uno di questi.”
Ettore Majorana
Ettore Majorana nacque a Catania il 5 agosto del 1906. Il suo nome divenne un caso internazionale a causa della sua improvvisa scomparsa, che avvenne nel 1938: un enigma tuttora irrisolto.
Ettore un vero e proprio genio della fisica. Estremamente precoce ma anche eccentrico e con squilibri caratteriali preoccupanti che sicuramente hanno giocato un ruolo determinante nella sua fuga dal mondo (ammesso che tale sia stata).
La sua carriera universitaria non è del tutto lineare. Da ragazzo seguì gli studi classici conseguendo la licenza liceale nel 1923. Quindi frequentò la facoltà di Ingegneria di Roma fino al quinto anno, senza conseguire la laurea e nel 1928, desiderando di occuparsi di scienza pura, chiese e ottenne il passaggio alla Facoltà di Fisica Teorica sotto la direzione di Enrico Fermi.
Si laureò a pieni voti, con lode, svolgendo la tesi su "La teoria quantistica dei nuclei radioattivi". Con Orso Mario Corbino, Emilio Segré e Edoardo Amaldi entrò a far parte del gruppo dei "Ragazzi di via Panisperna", il gruppo di genii che ha fatto la storia della fisica italiana. Emilio Segré ne decantò le lodi e lo stesso Fermi vide in lui le qualità del grande scienziato. Un testimone diretto, Bruno Pontecorvo, anch`egli fisico, sostenne cheEttore Majorana Majorana aveva raggiunto un livello di comprensione tale della fisica da poter parlare con Fermi da pari a pari. Nel campo delle particelle elementari formulò una teoria che ipotizzava l’esistenza di particelle dotate di spin arbitrario, individuate sperimentalmente solo molti anni più tardi. Le sue più importanti ricerche riguardano una teoria sulle forze che assicurano stabilità al nucleo atomico: egli per primo avanzò infatti l'ipotesi secondo la quale protoni e neutroni, unici componenti del nucleo atomico, interagiscono grazie a forze di scambio. La stessa teoria qualche tempo dopo venne formulata dal tedesco Heisenberg, che giunse agli stessi risultati con molto ritardo rispetto a Majorana. Anche nel campo delle particelle elementari egli formulò una teoria che ipotizzava l'esistenza di particelle dotate di spin arbitrario, individuate sperimentalmente solo molti anni più tardi. Ebbe ottimi rapporti oltre che con il già citato Heisemberg, con i Nobel Paul Dirac e Niels Bhor.
Dopo il concorso del 1926, in cui ottennero la cattedra universitaria Fermi, Persico e Pontremoli, passarono dieci anni (1937) prima che si aprisse, un nuovo concorso per la fisica teorica, richiesto dall`Università di Palermo per opera di Emilio Segré. I concorrenti furono numerosi e molti di essi di elevato valore tra i quali Giulio Racah, ebreo, che si stabilirà successivamente in Israele fondandovi un centro di Fisica Teorica; Gian Carlo Wick e Giovanni Gentile Junior. La commissione, presieduta da Fermi, Lazzarino, Persico e Polvani, si trovò unanime nel riconoscere la posizione scientifica eccezionale di Ettore Majorana e, in virtù di ciò, si fece promotrice, presso il Ministro Bottai, della nomina di Ettore Majorana a professore di fisica teorica per meriti eccezionali
Dal 1931, conosciutosi il suo straordinario valore di scienziato, fu invitato a trasferirsi in Russia, a Cambridge, a Yale, nella Carnegie Foundation, ma a questo invito oppose il suo rifiuto.
gruppo ricerca Ettore MajoranaSi lasciò persuadere a intraprendere - marzo 1938 - un viaggio di riposo, Napoli-Palermo. A Palermo alloggiò all`albergo "Sole", ma vi trascorre solo mezza giornata; la sera fu visto sul ponte del piroscafo all'altezza di Capri ma a Napoli non arrivò mai. Eppure, la commissione di inchiesta che intraprese le indagini scartò l'ipotesi che si fosse lanciato in mare, avanzando invece la supposizione che si fosse trasferito segretamente all'estero. Ma prima Fermi e poi Amaldi scartarono questa ipotesi fantascientifica, conoscendo soprattutto il personaggio; anzi Fermi osservò che Majorana, con la sua intelligenza, se avesse deciso di scomparire e di far scomparire il suo cadavere, ci sarebbe riuscito.


                                                                                                                                                 

                                                                                                                                                  

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